La Chiesa Nuova di Assisi o di San Francesco Converso fu costruita tra il 1621 e il 1631 sopra un preesistente edificio ritenuto, secondo la tradizione, la casa paterna di San Francesco. La costruzione tardo rinascimentale, ha pianta a croce latina, cupola centrale e tre cappelle. L’intervento, eseguito tra marzo 2014 e dicembre 2016, ha messo in luce e recuperato l’apparato decorativo originario, già individuato da una campagna di saggi eseguiti nel 2013, costituito da un ampio repertorio di dipinti ed ornati riferibili al sec. XVII. Le fonti archivistiche documentano come la maggior parte delle decorazioni fossero ancora visibile nella metà del sec. XIX, ad eccezione della cupola centrale danneggiata da reiterati problemi d’ infiltrazione di acqua meteorica. Tanto i documenti quanto le nostre osservazioni dirette documentavano che l’apparato decorativo era stato ampiamente modificato già negli ultimi decenni del XIX secolo. 

IL GRANDE INTERVENTO DI RIVISITAZIONE ESTETICA (1925 – 1926)

La maggior intervento di rivisitazione estetica dell’apparato decorativo, sia per estensione delle superfici interessate che per l’ impatto visivo generale, avvenne tra il 1925 ed il 1926, in occasione del VII centenario dalla morte di San Francesco. L’intera chiesa, fino alla trabeazione, fu decorata con finti marmi. L’effetto generale risultava pesante ed ottundente sebbene fossero stati impiegati colori ad olio per dare maggior lucentezza alle pareti. Le restanti superfici, dai sottarchi all’intradosso della cupole, erano state dipinte con colori a tempera nei seguenti modi: i sottarchi d’ingresso alle tre cappelle con ripartizioni geometriche e cornici; i pennacchi sottostanti le cupole con motivi floreali monocromi su fondo giallo ocra, mentre le grandi lunette che sovrastavano le arcate dell’aula centrale con ornati in finto stucco. Tutte le calotte interne delle cupole presentavano una decorazione a finti lacunari di forma geometrica. I danni maggiori riscontrati erano causati da problemi di infiltrazione di acqua meteorica, che di conseguenza  avevano causato perdita di modellato in stucco, alterazioni superficiali ed aggressione da agenti patogeni.

MESSA IN LUCE E RESTAURO DEGLI APPARATI DECORATIVI ORIGINALI

I lavori hanno preso avvio contemporaneamente nelle tre cappelle e nell’aula centrale, su tutte le superfici decorate ad eccezione dei grandi riquadri figurati, rimasti sempre a vista. Per la messa in luce delle superfici delle pareti è stato necessario procedere con una doppia metodica: in una prima fase è stato effettuato un impacco con soluzione debolmente basica con un supportante neutro con proprietà estrattive; questo impacco è servito ad ammorbidire e quindi a rimuovere agevolmente la tenace ridipintura ad olio; successivamente gli strati di scialbo sono stati asportati meccanicamente a bisturi. La superficie pittorica che emergeva durante la messa in luce presentava varie abrasioni superficiali, lacune, stuccature e soprattutto nelle parti basse raschiature, a volte anche profonde, provocate dagli interventi antichi. Gli intradossi delle cupole laterali erano stati ridipinti con decorazione a finti lacunari ripetendo lo schema della cupola maggiore. L’asportazione dello scialbo ha evidenziato una superficie chiara, decorata solo negli oculi centrali. Le lunette dell’ aula centrale che narrano le Storie della vita di san Francesco sono state completamente riscoperte. La cupola centrale non è stato oggetto di restauro ma sono stati eseguiti alcuni saggi esplorativi da cui sono emersi volti di santi, probabilmente figure di Apostoli. Il ciclo pittorico come attestavano le fonti archivistiche potrebbe essere stato realizzato nel 1688, anno in cui l’estradosso della cupola centrale venne rivestito con una calotta di rame.

Anche i rilievi in stucco erano pesantemente offuscati da strati di scialbo, tinteggiature e depositi di polvere. Si è provveduto alla pulitura delle superfici ammorbidendo gli strati sovrammessi con impacco debolmente basico e proseguendo meccanicamente con bisturi. Le iscrizioni descrittive e celebrative, erano state a volte ridipinte o completamente coperte. La messa in luce del loro testo originale è stata complessa perché la stesura pittorica delle epigrafi era molto fragile e fluida.  Durante il restauro, in corrispondenza dei pennacchi delle volte, sono stati individuati gli ingombri di elementi plastici in stucco totalmente rimossi nel corso di precedenti interventi. La D.L. ha ritenuto adeguato riproporre delle cornici dei pennacchi mediante calchi in gesso riprodotti da prototipo realizzato in argilla. 

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