La chiesa di santa Maria in Castellare, di origini benedettine, è un luogo di grande interesse storico artistico, ricco di dipinti del XIII-XV secolo, di arredi lignei del XVI-XVII secolo. Venne più volte rimaneggiata e dopo il terremoto del 1997 fu oggetto di un importante intervento di restauro sia strutturale che degli apparati decorativi. Il sisma del 2016 ha gravemente danneggiato la chiesa ed il convento annesso. Il crollo quasi totale della copertura e del campanile e Il dissesto delle pareti ha messo a rischio tutte le opere che erano contenute al suo interno. Il primo intervento di recupero dalle macerie di 62 opere d’arte è stato eseguito dai Vigili del fuoco e dei carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio. Le attività all’interno della chiesa e della sacrestia sono state precedute dalla messa in sicurezza della struttura muraria e di copertura e del campanile. La Coo.Be.C ha ricevuto incarico di somma urgenza per la messa in sicurezza degli apparati decorativi interni alla chiesa ha iniziato i lavori nel luglio 2018. I lavori consistevano nella rimozione e cernita delle macerie, nella messa in sicurezza dei dipinti murali, nello smontaggio e ricovero degli arredi lignei e della campana

Interno della chiesa prima del terremoto

CERNITA DI MACERIE, RACCOLTA E CATALOGAZIONE DI FRAMMENTI

L’interno della chiesa è stata suddivisa in settori con più quadranti per potere catalogare in maniera sistematica i frammenti dei dipinti murali caduti. Il criterio adottato per la selezione del materiale   ha tenuto conto della direttiva per la procedura di rimozione e recupero delle macerie di beni tutelati e di edilizia storica prot. n. 1108 del 12.09.2016 che prevedeva la distinzione in: a. Macerie di beni tutelati; b. Macerie di edilizia storica; c. Macerie prive di interesse culturale ma soggette a selezione per individuare eventuali elementi di tipo A e B. Sono state predisposte delle cassette con uno strato di inerte di fiume essiccato su cui poggiare i frammenti.  Su ogni cassetta è stato applicato un cartellino con i riferimenti previsti e la data del rinvenimento.  La cernita è stata condotta a mano, con ausilio di passini e spatole. I frammenti sono stati puliti dalle polveri e consolidati e dove era presente sono stati rimossi a bisturi gli strati di scialbo.  Le cassette con i frammenti sono in totale 66.

MESSA IN SICUREZZA DELLE SUPERFICI AFFRESCATE

I dipinti sulle pareti della chiesa (tot. 108 mq) erano in gravi condizioni con parti in evidente rischio di crollo. La protezione è stata condotta in più fasi con applicazione di strisce e fogli di carta giapponese e successivamente di bende di cotone.

SMONTAGGIO DI ARREDI E RECUPERO DI NUOVE SUPERFICI DECORATE

Gli altari lignei della seconda campata erano dissestati ed in parte crollati. Dopo la rimozione delle parti lignee di quello di destra e delle mense di altare in muratura di entrambi sono emersi circa 5 mq. di dipinto coperti da strati di scialbo.  Dopo la loro messa in luce si è proceduto alla velinatura totale degli affreschi della parete destra e parziale di quelli di sinistra. Contestualmente è stato eseguito il fissaggio degli strati preparatori.

RACCOLTA E RICOVERO DEGLI ELEMENTI DI PREGIO

Alcuni arredi lignei della chiesa come gli stalli più antichi del coro, parti del soffitto del presbiterio e l’altare di destra sono stati smontati e collocati all’ interno di casse in OSB dopo la spolveratura. La campana è stata rinvenuta sotto le macerie del campanile, nella seconda campata. Grazie ad un sistema di sollevamento con argano elettrico montato su un ponte di giunti tubi è stata rimessa in verticale. Tutti i reperti sono stati ricoverati inizialmente all’ interno delle cappelle laterali e successivamente trasferiti alla Mole Vanvitelliana di Ancona, accolti nel deposito della SABAP delle Marche.  

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