Nel 2008 la COO.BE.C. vinse il Concorso Internazionale promosso dalla Fondazione Pedro Barrè de la Maza, dall’ Arcivescovado di Santiago de Compostela e dal Capitolo della Cattedrale di Santiago de Compostela (Galizia, Spagna). L’appalto riguardava l’esecuzione di studi preliminari, indagini e ricerche sul Portico de La Gloria, finalizzato all’implementazione di dati per la redazione del piano di conservazione preventiva e del progetto di restauro. L’equipo de trabajo multidisciplinare con cui la COO.BE.C. si propose e di cui fu coordinatrice, era composto  da  imprese italiane operanti nel settore del monitoraggio e della diagnostica applicata ai beni culturali oltre ad alcuni dipartimenti di università europee: il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia (studi strutturali); l’Università di Santiago (studio storico-artistico); l’Università di Madrid (caratterizzazione multispettrale e colorimetrica); il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Zaragoza (studio dei sali e dell’umidità) e l’Università  di Cottbus (rilievo 3D scanner).

INDAGINI STRUTTURALI E MORFOLOGICHE

Per circa un anno e mezzo, fino al novembre 2011, l’intera Cattedrale e, in particolare, il Portico de La Gloria, furono sottoposti a monitoraggi strutturali sia interni che esterni (indagini ultrasoniche, soniche, dinamiche finalizzate alla conoscenza dello stato del sistema costruttivo), indagini morfologiche (magnetotermiche, geofisiche con georadar, videoendoscopiche), per valutare e conoscere gli incastri ed i punti di appoggio dei conci scolpiti del Portico. Furono esaminati campioni di pietra per la definizione della resistenza meccanica e l’individuazione delle cave di provenienza. Questi dati, uniti allo studio del quadro fessurativo complessivo, contribuirono alla definizione della situazione strutturale del Portico.

ANALISI AMBIENTALI, DEL DEGRADO MATERICO E SUPERFICIALE

Contemporaneamente si affiancarono indagini finalizzate all’ individuazione dei principali fattori di degrado superficiale (pietra e policromia) del bene in rapporto anche al contesto ambientale in cui è inserito (flusso antropico nei vari periodi dell’anno, microclima interno/esterno, irraggiamento solare diretto durante il giorno e nei diversi periodi dell’anno). Furono esaminati  la natura e lo spessore degli strati di polvere depositatisi sui rilievi scultorei, i campioni di patine biologiche, di pietra e di malte per la caratterizzazione minerologico-petrografica  e di prelievi di policromia per la caratterizzazione dei pigmenti e degli strati pittorici.

Micro-raman con fibra ottica
Spettroscopia FTIR in riflettanza
Analisi al videomicrospio

TEST APPLICATIVI E ANALISI DEI RISULTATI

La fase applicativa del progetto ha previsto l’esecuzione di test per testare i prodotti migliori da impiegare per il trattamento biocida delle patine biologiche, il consolidamento e la pulitura della pietra e della policromia esistente. Tutti i  dati raccolti supportavano la definizione della metodologia d’intervento più adeguata che sarebbe confluita nella redazione del piano di conservazione preventiva e nel progetto di restauro del Portico.  I risultati più entusiasmanti furono quelli dei test di pulitura della pellicola pittorica eseguiti sui volti di alcuni personaggi: nei tasselli, oltre una superficie dai toni spenti per la polvere ed i sali, emergevano colori ancora vividi ed accesi.  

CARTE TEMATICHE E RILIEVO 3D SCANNER

Inizialmente venne eseguito il rilievo grafico da foto di ogni scultura per poter procedere alla redazione di carte tematiche su cui venivano puntualmente annotati i dati di volta in volta prodotti. Successivamente ci si avvalse come base grafica del rilievo 3D scanner eseguito per ogni scultura e sull’intero Portico dall’Università tedesca di Cottbus. Tra i tanti dati rilevati sono stati oggetto di mappatura tematica la numerazione dei blocchi in pietra che compongono la struttura, il quadro fessurativo, la natura delle malte e, per ogni scultura, lo spessore dei depositi di polvere, le patine biologiche, le tracce di cromia presenti fino agli schemi compositivi delle decorazioni di alcuni abiti e all’ipotesi ricostruttiva della cromia originaria dell’intero Portico de La Gloria. 

GESTIONE INFORMATICA E DIGITALE DEI DATI

Un database ha permesso la gestione organizzata di schede (fechas), in cui i punti di presa dei campioni su ogni scultura erano localizzati rispetto al Portico. Le schede, corredate da foto e dalla descrizione degli obiettivi del prelievo, descrivevano risultati e conclusioni.  L’intera documentazione prodotta in questo arco temporale (fotografie, carte tematiche, monitoraggi, etc..) e quella preliminare di approfondimento storico-artistico (estratti di pubblicazioni, foto storiche, disegni etc..), sono state  nel corso dei lavori organizzate e divise per argomenti rapportati alle voci ed agli ambiti specifici di approfondimento dell’intero  progetto e riversati su piattaforma FTP, consultabili in tempo reale e per via remota con software FILEZILLA. I risultati erano presentati in resoconti tecnici a cadenza trimestrale (enformes trimestrales).

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